Quasi come cercare il classico ago in un pagliaio.
Era da un certo tempo che mi frullava per la testa, trovare un albero speciale di cui avevo sentito parlare! Non un albero comune, ma uno con una storia da raccontare, quegli alberi la cui nascita risale a molte decine di secoli fa! Ed è per questa ragione che l'idea mi stuzzicava; come sarà fatto un albero di 600 anni??
Carestie, epidemie, guerre. A quanto pare in 600 anni non mi pare che le cose siano cambiate molto in fatto di eventi catastrofici.
Guerra dei 100 anni, guerra dei 30 anni, carestie e ancora carestie, poi la peste! Se ci penso quest'albero deve averne passate veramente tante, e più ci pensavo, più la voglia di trovarlo mi entusiasmava! Ma si sarebbe rivelata un’impresa!!
So che non mi sarei mai arreso!
Mi ci è voluto un po’ di tempo e di ricerche, sembrava tutto avvolto nel mistero, nell'omertà e nella reticenza delle persone, a mantenere segreto il luogo in cui trovare l'albero.
Non vi nascondo che ho fatto delle triangolazioni topografiche, in base alle informazioni che raccoglievo, arrivavo sempre nei dintorni di... ma essendo il territorio talmente vasto, mi pareva che l'impresa dovesse naufragare! Ma sono paziente, e molto testardo, so che dopo aver chiesto informazioni ad un’intera "popolazione" qualche cosa di utile sarebbe arrivato. E così è stato, un bel giorno trovo le informazioni che mi servivano.
Ora avrei dovuto "solo" organizzare la trasferta. Occasione che mi si presenterà di lì a poco. Mi organizzo, faccio gli ultimi rilievi, preparo l'attrezzatura e finalmente una mattina di Giugno. Trascorsi due mesi dalla prima informazione ricevuta! Sacca in spalla, le raccomandazioni di mia moglie ben recepite :) parto per quella si rivelerà un’impresa.
Odore di fieno.
È mattina presto, qui non si sente neppure un rumore! se non il campanaccio di qualche capra. Nell'aria c’è un caratteristico odore di fieno tagliato, l'aria è piacevolmente fresca, un passo dopo l'altro arranco sul rapido sentiero, che si snoda sui prati prospicienti un caratteristico villaggio montano; mi ricordo di essermi imposto di non usare la fotocamera finché non avessi raggiunto il luogo prefissato.
Mi inoltro nel bosco, camminando su un tappeto di aghi di pinacee, le zanzare che mi divorano, sudo copiosamente! un vero tormento! E sono solo all'inizio!!
Benché ben equipaggiato oltre che essere in grado di leggere una carta topografica, ad un certo momento mi ritrovo a girovagare senza più riferimenti, bosco, prato, vegetazione fitta, l'erba alta... ruderi che non compaiono sulla cartina, ma il sentiero dove diavolo è finito? Ho cominciato a fare come pollicino nella famosa fiaba, segno il mio passaggio con mucchietti di pietra o rami infissi nel terreno a cui ho legato un pezzo di carta stagnola. In quanto l'idea iniziale era quella di tornare a notte inoltrata, ma un qualche dubbio già mi sorge! mal che vada torno sui miei passi!! Ma ho la testa dura! E non demordo tanto facilmente e dopo un po' di tempo passato letteralmente a pascolare e a cercare un qualche indizio che mi riconduca sulla retta via, finalmente il sentiero ricompare.
Ho perso quasi un ora le condizioni atmosferiche non sono dalla mia parte, il tempo va cambiando! Ma dopo molti altri passi e qualche ora finalmente arrivo "in zona". Il sentiero si divide, la vegetazione è cambiata, l'aria è più calda, ora mi tocca solo trovare il luogo giusto!!
Sembra più difficile di quanto avevo immaginato, per trovare questo albero, devo letteralmente arrampicarmi e seguire quello che originalmente sembra il letto di un ruscello. D'altronde è l'unico punto di riferimento evidente, la vegetazione è fitta e non si vede dove mettere i piedi. Impiego più di 20 minuti lasciato il sentiero, e finalmente raggiungo una specie di falso piano, sto camminando su degli immensi cespugli verdi; sembra di stare su dei cuscini.
Alla fine, ci sono riuscito
L'ambiente è tipicamente montano, la vegetazione si è fatta più rada, gli alberi sono sparpagliati un pò ovunque, un pò solitari, un pò raccolti a gruppi. Non ha parole, solo un grande silenzio che calpesta il mio respiro. ... Non prevedo nulla, se non l’imprevedibile. Non aspetto niente, se non l’inatteso. Mi torna alla mente una frase letta su un libro di un famoso fotografo Ansel Adams "Delle volte arrivo in certi luoghi proprio quando Dio li ha resi pronti affinché qualcuno scatti una foto e cosa aspetto, vi chiederete? la risposta è piuttosto semplice, ma tra tutti questi alberi, quale è quello giusto? io non ho la più pallida idea di come si presenta un albero di 600 anni, quale sarà? quello, questo bitorzoluto, quello là più rinsecchito.
Mi metto a ridere, adesso sono qui ho un preciso punto sulla carta e una decina d'alberi che potrebbero essere quello che cerco. Cosa faccio? cerco di rinfrescarmi la memoria per ricordare le nozioni di botanica apprese alla scuola Agraria nel lontano 1981. Come se mi ricordassi!!! ma poi noto una cosa, se tu guardi un albero e vedi soltanto un albero non hai visto un albero. Se guardi un albero e vedi un miracolo allora finalmente hai visto un albero, quello che cercavo! Avete mai abbracciato un albero? la sensazione è come prendere la scossa, mai come allora avevo percepito così all’improvviso e con tale intensità il contatto e la consistenza della corteccia di quell' albero e della vita che vi scorreva. Il legno in se stesso, ed il suo contatto, mi procurano una gioia, la gioia vissuta dall’albero che penetra in me..
Ma alla fine ho fotografato quell'albero? l'idea iniziale era quella di fermarmi la notte ed aspettare il cielo stellato. Ma il tempo è cambiato piuttosto velocemente; la strada che mi ha portato fin quassù non è neppure delle migliori, rimanere ed attendere la notte sarebbe da incoscienti, per lo più la nebbia cala. Approfitto di questo ultimo raggio di sole per poter scattare qualche foto.
La fotografia è un mezzo di espressione
La fotografia è un mezzo di espressione potente. Usata adeguatamente è di grande utilità per il miglioramento e la comprensione. Usata male ha causato e causerà molti guai… Il fotografo ha la responsabilità del suo lavoro e degli effetti che ne derivano… La fotografia per me non è semplicemente un’occupazione. Ho quindi deciso di non pubblicare la fotografia, ne l'ubicazione; Un albero è un essere vivente. Le sue radici sono scese in profondità nel terreno e i suoi rami svettano alti nel cielo; l’albero è connesso con il tutto, con i raggi del sole, con le stelle deve poter continuare a vivere per altri 600 anni, Quando togliamo qualcosa al bosco, o ad un albero prima o poi, dobbiamo restituirla. I diritti devono essere uguali e noi dovremmo restituire al bosco e a quel particolare albero il nostro rispetto.
L'esperienza è stata fantastica, faticosa, impegnativa! ma alla fine sono tornato a casa tutto intero, con un bellissimo ricordo legato a questa avventura.